Sorto come nuova sede prestigiosa per la Compagnia degli Strazzaroli, sostituendo l’antica sede più piccola che si trovava poco distante, ne fu ordinata la costruzione nel 1485, affidando i lavori al mastro comacino Giovanni Piccinini da Como a cui fu ordinato di seguire il modello della allora Domus Aurea dei Bentivoglio, signori de facto di Bologna: la facciata venne terminata nel 1496.
Da quel momento, e per trecento anni, il Palazzo divenne sede amministrativa, commerciale e di rappresentanza per i Drappieri, così chiamati per la loro attività principale che consisteva nel riadattare vecchi tessuti (drappi e stracci, da cui il termine in lingua volgare strazzaroli) vendendoli come nuovi. La ricchezza raggiunta dalla Compagnia, permise nel tempo di acquisire prestigio in città e rinnovare la propria sede con commissioni artistiche e lavori di ingrandimento degli spazi interni, così da rendere l’edificio che affacciava sui centri del loro commercio (piazza di Porta Ravegnana e l’attuale via Rizzoli, all’epoca chiamata Mercato di Mezzo), sempre più imponente.



Alla fine del ‘700, con l’arrivo delle truppe napoleoniche in Italia, il Palazzo subì la medesima sorte di ogni altra istituzione d’arte o religiosa con la soppressione delle compagnie e la requisizione di tutti i beni.
Nel 1801 l’edificio fu suddiviso tra gli ex membri del Consiglio (cioè l’organo direttivo) e le singole unità vennero frammentate: Gaetano Manini, fabbro ferraio di notevole abilità, riuscì nel tempo ad acquisire varie parti trasformando il piano nobile nella prima sede del noto Hotel Brun.
Nel 1846, lo stesso Manini cedette le sue quote allo stimato medico bolognese Gioacchino Malaguti il quale, grazie alla sua floridezza economica, nel tempo riuscì a ricomprare la totalità dell’edificio; nel 1925, gli eredi di quest’ultimo vendettero il Palazzo alla signora Laura Francia in Monetti.
Nel cuore di Bologna, il palazzo degli Strazzaroli custodisce secoli di creatività e mecenatismo. La ricca e variegata committenza artistica della storica Compagnia, ha trasformato questo edificio in un autentico scrigno d’arte dove si intrecciano stili, epoche e suggestioni differenti.
Dalle note sculture poste nella facciata, alle perdute opere di Bartolomeo e Tiburzio Passerotti che un tempo decoravano la Cappella, alle decorazioni di Girolamo da Cotignola, Antonio Basoli e Vincenzo Martinelli tuttora esistenti, fino ai lavori di Mario Roversi e di altri maestri, ogni ambiente racconta una pagina di storia, bellezza e passione.
Affreschi del Piano Nobile

Sculture e Decorazioni
Il palazzo degli Strazzaroli non è solo un edificio, ma un testimone silenzioso della vita bolognese attraverso i secoli. Ogni suo angolo custodisce una traccia, un dettaglio, un frammento di memoria che ancora oggi continua a parlarci.
Curiosità
Nel Novecento il palazzo visse momenti che lo legarono indissolubilmente alla vita cittadina. Qui sorse il Bar Nazionale, punto di incontro dei goliardi bolognesi e fucina di creatività. Fu frequentato dal poeta Dino Campana, che proprio tra quelle mura scrisse parte dei Canti Orfici, e dal giovane pittore Giorgio Morandi, destinato a diventare uno dei grandi maestri del Novecento italiano.




Per un breve ma intenso periodo (1919-1920), il palazzo fu anche sede del Bologna F.C.: qui prese forma la stagione che avrebbe condotto al primo scudetto sotto la guida dell’allenatore Hermann Felsner.
Dal 1963, il palazzo ospita una delle prime e storiche Librerie Feltrinelli. Non una semplice libreria, ma un luogo simbolo della vita sociale cittadina e laboratorio culturale sempre proiettato all’avanguardia nel panorama italiano. Ancora oggi, rimane un punto di riferimento per generazioni di lettori e cittadini.
























